Biografia
Cristiano Sias Cristiano Sias, nato a Ghilarza (OR) nel 1954, studioso, informatico, artista e imprenditore, net-writer, comunicatore, critico letterario, è noto per l'isolamento in contrasto col mercato editoriale e gli ambienti politico-culturali. Visse a Sassari, Cagliari, Torino, Roma. Trasferito in Francia, accanto al mare che l'accompagna spesso nella sua poesia, si sposta poi in Liguria. Ha partecipato e fatto il presidente di giuria in concorsi, readings e spettacoli in Italia e all'estero, con buoni riconoscimenti. Ha pubblicato, con pseudonimo "Se Es", "La nostra spiaggia" (2002 - L'Autore), "Bianca e Nero" (2003 - Penna d'autore), "Sogni reali" (2004 - Aletti). Dal 2005 si dedica allo studio e la ricerca pubblicando a suo nome le raccolte "Le più belle poesie d'amore" (2016 - Luzi), "Pesi sospesi" e "Rosso giallo viola e nero "(2021 -Mips) . Completa poi la versione sardo-italiano del poema "Paris et Vienna" di Francesco Sias e il romanzo "Le avventure di Paris e Vienna" (2021 - Mips). Altre notizie sono reperibili sul Web o per esempio in questa pagina.
Ghilarza - un paese, tre culture di C.Sias

Se avete cliccato sull'immagine della Sardegna, sapete già che Ghilarza, dove sono nato, è un paese davvero speciale: situato in un territorio centrale indefinito - tanto da considerarsi quasi una zona neutra - possiede, come tutto il suo contado, una lingua che è tra le più ricche e antiche della Sardegna. Era il capoluogo di mandamento più settentrionale della vecchia provincia di Cagliari (oggi si trova in quella di  Oristano) che confinava con quella di Sassari (oggi di Nuoro). Non fa parte né del Logudoro, né del Marghine, né di nessun'altra delle regioni confinanti. Non ha regione d'appartenenza.  Il suo territorio è semplicemente chiamato: "il ghilarzese".
Il "parlare campidanese" lì termina e comincia quello logudorese. Il tutto con una dolcezza d'accento che lo differenzia dai due e ancor più dal vicino barbaricino. E' pertanto il punto d'incontro di tre lingue e tre culture. Nei suoi ampi spazi, in quella realtà aperta, imparai a "comunicare". A Ghilarza colsi i primi attimi di libertà; e fu proprio lì, nel cortile della vecchia casa di famiglia, che scrissi la mia prima timida poesia, seduto sulla pietra davanti alla vecchia cantina di vini e formaggi del nonno: sembrava un luogo eterno, io lo chiamavo la cantina dell'istante...   (continua)
 
   
 
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